Sono i figli dell’assenza di pilastri educativi, sono i figli del conflitto della disgregazione familiare e sociale: sono gli adolescenti inclini alla violenza, alla violenza verbale, relazionale, alla violenza fisica. L'ambiente in cui essi crescono e si muovono non sempre è in grado di rispondere in maniera efficace alle loro richieste, questo provoca un deficit nel riconoscimento e nella regolazione delle emozioni in questi ragazzi e ciò rischia di indurli a manifestazioni comportamentali dirompenti e violente.
“Si innesca un’escalation reciproca dove l’ostilità induce all’ostilità e un’escalation complementare dove la sottomissione dei genitori fa crescere le richieste del giovane" (Mara Selvini Palazzoli).
Si abbandonano a comportamenti violenti, la rabbia aumenta sino a diventare elemento fondamentale del modo di essere, anzi diventa il modo di essere. La parola "rabbia " etimologicamente indica una malattia virale tipica degli animali ed oggi è diffusa per indicare nell'uomo uno stato di estrema irritabilità, soprattutto nei confronti dell'altro: l'uomo ancora più dell' animale soffre di questa malattia che purtroppo spesso trasmette anche ai propri figli, più facilmente capaci e pronti nell’emulazione dei comportamenti fuori dalle regole! L'adolescente vive un periodo della propria vita particolarissimo, carico di innumerevoli dilemmi che si rappresentano in quella sua personalità tutta in fase di formazione: sono evidenti a tutti quante disfunzioni esplodono in questo complicato periodo di prima e vera transizione nel percorso della vita e accade molto di frequente che il giovane adolescente reagisca vivendole come personali frustrazioni o tenti di emanciparsi attraverso atteggiamenti aggressivi verso chi (genitori, insegnanti, etc…) per proprio ruolo richiama e raccomanda “regole”.